L’Eco della Riviera intervista Donatella Bisutti

Cari Amici, è uscita sull’Eco della Riviera questa bella intervista a cura di Francesco Basso che ringrazio vivamente.

L’ECO intervista Donatella Bisutti, penna instancabile, portatrice della poesia italiana nel mondo.
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Giornalista e poetessa, due ruoli molto importanti che non possono fare a meno della medesima cosa: la scrittura. Oggi, in un mondo sempre più teso all’immagine, proiettato sulla falsificazione e visionarietà del reale, per descrivere la realtà può bastare il giornalismo o forse è più incisiva la poesia?

Da anni mi dedico esclusivamente al giornalismo culturale, in particolare come direttore prima della rivista Poesia e Spiritualità e attualmente della rivista Poesia e Conoscenza , on line e cartacea, di cui sta per uscire il secondo numero, e anche come titolare di una rubrica molto seguita sulla rivista Poesia di Nicola Crocetti, La poesia italiana all’estero. Quindi giornalismo e poesia per me sono contigui. Ma naturalmente c’è fra le due cose una notevole differenza. Il giornalismo è il momento dell’osservazione, dell’informazione, della critica, della riflessione con strumenti razionali; la poesia è invece il momento della creatività, dell’intuizione, dell’emozione. Ma se nel titolo della mia rivista, che per me è un impegno importantissimo, ho messo in rapporto la poesia con la conoscenza, questo ha appunto due significati: uno è esplorare le possibili interazioni della poesia con le altre arti e discipline , e specialmente la sua possibile presenza come valore anche civile e sociale, l’altro ha un’accezione metafisica: la poesia come chiave per una conoscenza del mondo altra, spirituale, cosmica, e questo certamente supera i limiti del giornalismo, anche del “buon” giornalismo, quello che non cerca di falsificare in vari modi la realtà .

E in questo io sono seguace di una visione della poesia che è stata quella di grandi poeti come Shelley, e cioè una poesia che non è solo letteratura , ma ci permette di attingere a una conoscenza in qualche modo soprasensibile, si potrebbe dire iniziatica. Giornalismo deriva da “giorno”: il suo spazio è il quotidiano, la poesia aspira all’eterno.

E’ tornata da un importante appuntamento a Dubai dove ha rappresentato la poesia in Italia. In che modo gli Emirati vivono la poesia e cosa ha portato in Italia da questo incontro?

E’ stato un viaggio rapido ma che mi ha profondamente impressionato. Ne ho riportato essenzialmente due forti impressioni: La prima è stata vedere l’Europa da una diversa prospettiva, quella asiatica, in quanto io e Claudio Pozzani, direttore del Festival di Genova, che era invitato insieme a me, eravamo gli unici a rappresentare non solo l’Europa ma l’Occidente. Noi forse da qui non ci rendiamo conto dell’immenso peso anche culturale oggi dei paesi asiatici, specie dell’India, che a Dubai è molto presente in varie forme, siamo troppo eurocentrici . L’altra forte impressione è stata vedere la differenza fra i giovani delle scuole di Dubai che hanno letto le loro poesie e la maggioranza dei nostri, cinici e demotivati, maleducati e ignoranti e soprattutto privi di valori, dediti a spinelli sesso e sbronze (parlo naturalmente in generale, è chiaro che ci sono anche molte eccezioni). I ragazzi e le ragazze che studiano a Dubai, di varie religioni e razze, mi sono parsi seri , concentrati, maturi e consapevoli delle difficoltà e dei pericoli che il mondo sta vivendo, determinati ad affrontarle con molta fede nei valori dell’onestà e del coraggio. Ascoltandoli mi sono commossa.

Sulla rivista ‘Poesia’ tiene una rubrica a proposito di come è vista la poesia italiana all’estero. Qual’è il poeta più amato e qual’è il poeta straniero che più si avvicina ai nostri italiani?

A me riesce sempre difficile fare delle classifiche, perché le classifiche sono come i listini di Borsa, oscillano di continuo. Tuttavia portei dire che il più amato rimane sempre Dante e fra i contemporanei Montale. Ma ho assistito in questi ultimi anni (tengo la rubrica da più di 15 anni) a una “ascesa” di Leopardi, che finalmente sta acquistando anche all’estero quell’attenzione critica che finora gli era stata negata, anche io credo per la difficoltà di tradurre il suo linguaggio insieme così quotidiano e così letterario. Quanto al poeta straniero che più si avvicina ai nostri è una domanda davvero difficile e non saprei cosa rispondere anche perché io vedo solo l’impatto dei nostri all’estero e non mi occupo delle traduzioni in italiano. Oggi in ogni caso le influenze reciproche fra poeti di diverse culture e lingue sono tali e tante che è arduo isolarne solo alcune.

Perché all’estero la nostra poesia è così amata?

Perché prima di tutto Dante è universalmente conosciuto: ho visto con stupore un copia della Divina Commedia in una piccola biblioteca di una “comune” cinese, in campagna, ancora tanti anni fa! E poi perché la lingua italiana , che noi storpiamo volentieri, esercita un fascino che noi non immaginiamo nemmeno, posso dire su tutti gli altri popoli del mondo, per la sua musicalità straordinaria e la sua dolcezza.

La poesia in Italia oggi. Qual è la situazione della cultura in Italia.

Beh, la situazione della cultura lo sappiamo tutti qual è oggi in Italia, e questo va di pari passo con una scuola che non riesce a educare. Da un lato abbiamo il trionfo dell’ignoranza e del pressapochismo, dall’altro tuttavia si deve riconoscere che persone che decenni fa erano totalmente ignare , oggi frequentano mostre e festival culturali. E’ una situazione ambigua e contraddittoria. Non si leggono libri ma quasi tutti scrivono poesie e romanzi e li pubblicano a loro spese. Un fenomeno davvero curioso, più sociale che letterario.

Qual è secondo lei il poeta più rappresentativo?

Mi rifiuto di fare classifiche, e poi dipende dal punto di vista. Ci sono situazioni di potere, ci sono anche certi diktat culturali, ci sono persone che restano in ombra, ma io credo resteranno in un futuro, quando altri saranno scomparsi.

La sua poesia preferita?

Mia o di qualcun altro? Difficile comunque rispondere. A volte non è un’intera poesia, ma un verso, un ritmo che ci rimane dentro. E anche le nostre preferenze variano continuamente nel tempo, secondo gli eventi e gli stati d’animo. Se devo parlare della mia poesia, potrei dire piuttosto qual è il libro che mi è più caro, ed è Un amore con due braccia, premio Alda Merini 2014, l’unico che ogni tanto rileggo e so un po’ a memoria.

Progetti futuri e se potesse lasciarci con un verso di una sua poesia che secondo lei la caratterizza maggiormente.

Progetti ne ho sempre tanti. Forse iniziare una piccola attività editoriale collegata alla rivista. E fondare una specie di club che riunisca i miei lettori. Poi ho due libri di poesia nuovi che devo terminare.

C’è un mio verso che ho fatto stampare sui cartoncini con il mio indirizzo e che assomiglia almeno come contenuto a un haiku: “La luce risplende / nella tua unghia più piccola” Come dire che tutta la bellezza del mondo può essere contenuta nella cosa più piccola, umile e semplice.

Intervista di Francesco Basso

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